La Nostra Storia

Il 29 gennaio 1933, su La Fiamma, organo della Federazione reatina del P.N.F., venne pubblicato il seguente comunicato: «Sono stati nominati i Mem­bri della Commissione Provinciale per il Volo a Vela nelle persone dei Sigg.: Mosca Cav. Tullio, Ermini Primo, Nicoletti Leonida, Rocchetti Onorino, Guidobaldi Raul».

Erano gli anni in cui il regime voleva che in ogni provincia venissero costituite Commissioni per ogni singolo sport: ciclismo, motociclismo, sci, atletica, volo a vela ecc. Per quest’ultimo sport, l’ufficio Aerocentri, presso la Presidenza Centrale della R.U.N.A. (Regia Unione Nazionale Aero­nautica), aveva dato precise indicazioni per organizzare su tutto il territorio nazionale Scuole Preareonautiche Provinciali di Volo senza Motore, con lo scopo di avviare i giovani avanguardisti, rigorosamente selezionati, alla prati­ca del volo. Tali campeggi divennero veri e propri serbatoi da cui furono attinti molti dei piloti della Regia Aeronautica Militare.

Degli appartenenti alla Commissione Provinciale per il Volo a Vela si conoscono i trascorsi aviatori di Tullio Mosca, che si brevettò Osservato­re d’Aeroplano durante l’ultimo periodo della prima guerra mondiale, Raul Guidobaldi partecipò nel 1930 a un corso sperimentale di Scuola di volo senza motore, a Pavullo nel Frignano (Modena), conseguendo l’attestato A di volo librato, n. 172; nel 1935 frequentò a Centocelle un corso di pilotaggio, volando su Caproni Ca.1OO, prendendo il brevetto di volo a motore n. 697, con record di decollo: 2h 5′.

Non si hanno documenti che attestino la realizzazione a Rieti di una Scuola Preareonautica, ma la costituzione della Commissione Provinciale per il Volo a Vela fa pensare che anche, in questa città, capoluogo di provincia, furono attuate le direttive impartite dalla R.U.N.A. Tale ipotesi è supportata da alcune testimonianze orali di anziani contadini della Torretta (zona a nord dell’attuale aeroporto) che ricordano ancora uno «…strano aeroplano con un uomo seduto sotto le ali, che per Volare veniva prima tirato con una corda da un gruppo di ragazzi, poi si staccava da Monte Gambero (colle nei pressi della Torretta) e dopo aver volato andava a fermarsi o dietro la Torretta o in Piazza d’Armi (zona ove in seguito fu costruito l’aeroporto Ciuffelli)».

A Rieti il traffico aviatorio, limitato soltanto a quello militare, ebbe inizio verso la metà degli anni ’30 a seguito della realizzazione dell’aeropor­to Ciuffelli e dell’apertura della sezione aeronautica delle officine O.R.L.A ma con la fine della guerra e la chiusura delle officine, si ridusse note­volmente fino a cessare. La pratica del volo sportivo e da diporto, invece, è legata alla nascita dell’Aero Club di Rieti, (d’ora in avanti AeC.Ri.) di cui si può stabilire con sufficiente precisione la data d’inizio dell’attività grazie ad alcuni documenti reperiti presso archivi pubblici e privati e ad alcune testimo­nianze orali.

All’interno dell’articolo «In volo sul passato», pubblicato su Annuario 1991, rivista dell’Aero Club d’Italia (d’ora in avanti AeC.I.), è inserito l’elenco degli Uffici Regionali del R.Ae.C.l. e degli Aero Club dipendenti esi­stenti nelle varie regioni italiane, compresa quella del Lazio, dove erano pre­senti l’AeC. Alessandro Guidoni a Roma, 1′AeC. di Viterbo e l’AeC. di Rieti. La denominazione di Uffici del R.Ae.C.l. e la semplice dicitura di AeC. di Rieti fanno supporre che l’elenco sia stato compilato nel periodo immediatamente successivo al termine del conflitto, supposizione che trova conferma nella seguente lettera, scritta su vecchia carta intestata, diretta al già esistente AeC.I.:

Reale Unione Nazionale Aeronautica 

Sede Provinciale di Rieti                                                    Rieti 11.5.47 

risposta al 1098 del 515147

Aero Club d’Italia

Via Cesare Beccarla 35

ROMA

oggetto: Federazione all’Aero Club d’Italia 

Siccome questo Aero Club non ha ancora la possibilità di trasmettere tutta la documentazione occorrente per ottenere la federazione all’Aero Club d’Italia, si prega di voler considerare l’Aero Club di Rieti federato temporaneamente. 

In quest’ occasione tengo a precisare di aver sempre preso parte attiva alle assemblee di Roma, non intervenni a quella indetta per le nomine unica­mente perché non ricevetti alcuna comunicazione. 

Distinti saluti 

Stanzani. 

 

L’AeC.Ri., quindi, era già esistente nel maggio 1947 e l’affermazione dello stesso Stanzani di «…aver sempre preso parte attiva alle assemblee dì Roma…» fa dedurre che la costituzione del Club fosse già avvenuta nel 1946. La perdita dell’archivio dell’AeC. Celestino Rosatelli e con esso tutto il materiale riferito agli inizi dell’attività, è imputabile alla incompetenza, alla leggerezza di valutazione e alla scarsa sensibilità di alcuni amministratori, per­ciò non è possibile oggi analizzare compiutamente e su base documentaria il periodo che va dal 1946 al 1957. Le notizie raccolte provengono da testimo­nianze orali, da articoli di giornali e da alcuni documenti conservati nell’archi­vio del comm. Florido Floridi, presidente dell’AeC.Ri. negli anni ’60/’70.

La nascita dell’AeC.Ri. è strettamente legata al ripristino dell’aeroporto reatino avvenuto grazie all’opera di alcuni volenterosi guidati e stimolati dal generale Mario Stanzani. All’indomani della guerra la zona aeroportuale era in gran parte distrutta: le piste, impraticabili per le profonde buche aperte dalle bombe, erano disseminate di carcasse di aerei; hangar, garage e magazzini in gran parte crollati sotto i pesanti bombardamenti e automezzi distrutti si ergevano come monumenti innalzati a ricordo di un tragico conflitto. Per sorvegliare e impedire che venisse asportato ciò che era rimasto di materiali e mezzi dell’autoparco, l’Aeronautica Militare Italiana (d’ora in avanti A.M.) trasferì a Rieti dall’aeroporto di Perugia, Angelino Pucci, specialista meccanico originario della Sabina, con il compito di custode. Fu ricavato per lui un alloggio di fortuna da uno dei fabbricati semidistrutti dell’autoparco. Il sedime aeroportuale invece fu concesso in affitto a Troiano Troiani e al suo socio Siro Onori.

L’Istruttore di volo Gilberto Volpi, nipote del Troiani, racconta: «…leva­te le bombe inesplose, le carcasse di aeroplani e di automezzi bruciati, mio zio e l’amico vi seminarono grano e erba medica; dopo il raccolto vi portavano a pascolare le pecore. Zio abitava dove ora c’è il Comando dell’aeroporto, dove si trova attualmente il ristorante vi era una baracca in cui venivano ricoverate macchine e attrezzi agricoli. Nei primi anni ’50, su pressione del generale Stanzani, mio zio fu tra quelli che riattivarono le piste e fornirono i soldi per acquistare un aereo per l’AeC.Ri. che poté iniziare così l’attività didattica e di volo…».

Un’altra testimonianza orale ci viene da Gino Ursicino, fondatore della sezione reatina di aeromodellismo. «Nel 1950, conoscendo la mia passione per l’aeromodellismo, mi venne a chiamare Zasa (istruttore di volo presso l’AeC.Ri.) chiedendomi di collaborare con loro; in quel periodo il generale Stanzani, che era ancora in servizio nell’Aeronautica Militare, aveva fatto riempire le buche della pista e riparare una parte dell’edificio semidiroccato dell’autoparco dove ricoveravamo il Macchi I-REMM appena acquistato; l’ingresso al campo d’aviazione era sulla strada che porta a Terni, di fronte alle officine dell’O.R.L.A. L’AeC.Ri., che prima esisteva solo sulla carta, cominciò a operare e a brevetta­re i primi piloti di aereo a motore. Sollecitato dal gen. Stanzani, nel 1953 fon­dai la sezione aeromodellisti alla quale aderirono Olivo Silvio e Michele Giace; in seguito il gruppo prese il nome di “Falco”. Il generale Stanzani è stato il primo presidente dell’AeC.Ri.,il Vice presidente era il comandante pilota Fa­bio Amici di Rieti».

In base alle testimonianze e ai documenti ritrovati, si può datare al 1951 l‘inizio dell’attività volativa. Il gen. Stanzani, chiamato a Rieti Fulvio Zasa come istruttore, acquistò, con l’aiuto finanziario di Troiani, Onori e Ste­fano Bianchetti, un Macchi MB.308 sigla I-REMM con cui avviare corsi di pilotaggio per il conseguimento del brevetto di volo a motore. Una lettera inviata da Stanzani a Stefano Bianchetti il 27 settembre 1951, documenta l’av­venuto finanziamento.

«Nel rimettere allegato buono di £. 25.000 ringrazio per il versamento effettuato che consente a questo Aero Club di acquistare un velivolo per dare sviluppo all’attività di volo. 

Generale S.A.RA.M. Stanzani

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Per propagandare l’attività del Club ben presto alle normali attività didattiche furono affiancate manifestazioni aeree che richiamarono un pubblico sempre più numeroso, proveniente prevalentemente da Rieti, Terni, Perugia, l’Aquila e Roma. Una di quelle manifestazioni è così ricordata da Ivo Viscardi, pioniere del paracadutismo italiano e istruttore di volo presso l’AeC.Ri. nei primi anni ’50. «Il 21 aprile 1953 era stata indetta dall’AeC.Ri. una manife­stazione alla quale avrebbero preso parte i migliori piloti italiani, piloti volovelisti, fra i quali l’asso Adriano Mantelli, protagonista di memorabili im­prese e detentore di vari primati nazionali conseguiti con alianti di sua proget­tazione, nonché la pattuglia acrobatica militare “Frecce Tricolori” ed il paraca­dutista Salvatore Cannarozzo. In quel periodo facevo parte dell’AeC.Ri. in qualità di pilota istruttore. Cannarozzo nel dopoguerra mi aveva sostituito nel ruolo di “paracadutista ufficiale dell’AeC.I.” dopo il mio forzato abbandono.[…]Venuto a conoscenza del mio ruolo presso l’AeC.Ri. espresse il desiderio di avermi come pilota per effettuare il lancio[…] Cannarozzo indos­sava una tuta di volo sulla quale spiccava il nome “ITALIA”: era una soddisfa­zione che solo chi ne ha provato l’orgoglio può comprendere.[…]Fra gli aerei in dotazione all’AeC.Ri. scegliemmo il Macchi 308. Ovviamente lasciai a lui l’incarico di stabilire il programma di lancio, mentre io mi limitai a far togliere lo sportello dell’abitacolo dalla parte di Cannarozzo per meglio consentirgli il movimento.[…]Giunto al punto ideale Cannarozzo mi fece cenno che si apprestava a uscire dall’abitacolo. Ma mentre era riuscito ad appoggiare il piede destro sulla staffa di sostegno e si accingeva ad abbandonarsi nel vuoto mi accorsi che una bretella del paracadute si era impigliata nel volantino di comando. Con energia afferrai Cannarozzo, gridandogli quanto stava accadendo. Tornò a riprendere il suo posto, mentre io eseguivo un giro di campo. Ritornati sulla zona preferita, ripeté l’operazione d’uscita e questa volta si abbandonò nel vuoto per iniziare la sua entusiasmante caduta libera.[…..]Cannarozzo era un paracadutista che non aveva limiti di rischio, ed azionava l’apertura del paracadute ogni volta sempre più in basso, sentendosi padrone di se stesso, certo delle proprie qualità psicofisiche e sicuro del suo fidato paracadute. […]Un’auto dell’Aero Club ci prese a bordo per farci fare insieme il giro del campo e ricevere gli applausi indirizzati al coraggioso paracadutista, mentre io gioivo dell’entusiasmo che ancora una volta mi faceva rivivere il periodo dei miei tuffi dal cielo. Purtroppo, una settimana dopo, alla manifestazione aerea di Venezia, Cannarozzo trovò la morte. La morte, sempre in agguato, non ave­va voluto perdonargli la sfida dei suoi lanci sempre più ardimentosi».

I primi anni di vita dell’AeC.Ri. furono comunque stentati; gli allievi scarseggiavano così pure gli aerei e i mezzi finanziari. Per dare nuovo impulso all’attività il gen. Umberto Nannini, subentrato al gen. Stanzani alla Presiden­za del Club, potenziò la flotta, assunse nuovi istruttori, istituì corsi di cultura aeronautica per avvicinare i giovani al mondo del volo, organizzò manifestazioni aeree che divennero i principali veicoli per pubblicizzare l’attività del sodalizio. Una di queste manifestazioni, sponsorizzata dall’Ente Provinciale per II Turismo di Rieti e organizzata dall’AeC. di Roma in collaborazione con l’AeC.Ri, ebbe luogo al Ciuffelli nel maggio 1958. Vi parteciparono, secondo una stima degli organizzatori, circa 10.000 persone; per l’occasione venne organizzato anche un avioraduno nazionale che fece affluire sull’aeroporto di Rieti numerosi aerei provenienti dagli AeC. di Lecce, Roma, Perugia, Forlì e Ferrara.

Come ogni manifestazione aerea che si rispetti, il programma prevedeva l’esibizione di aeromodelli radiocomandati, per volo vincolato circolare e volo libero a motore; per il volo a elica parteciparono il comandante De Bernardi che presentò il suo aeroscuter biposto, il comandante Magrini con il suo vec­chio Caproni Ca. 100 e il Com.te Ratticchieri con il suo G.59; un elicottero Bell 47; sei paracadutisti dei quali tre effettuarono lanci con paracadute Lisi e tre con paracadute ritardato. Ma i piatti forti furono offerti da Quirino Scano, capoistruttore presso il Centro Nazionale di Volo a Vela di Rieti; a bordo del suo aliante Canguro, eseguì una serie di acrobazie mozzafiato, seguì l’esibizione della Pattuglia Acrobatica della IIa Aerobrigata che, a bordo dei veloci F. 86, effettuò spettacolari passaggi a cuneo alternati da veloci cambi di formazione per finire con la bomba, accolta con calorosi applausi dai presenti. Il numero di chiusura, nuovo nel suo genere, fu un’esibizione di alianti, efficacemente descritta nel periodico dell’AeC.I. «Volo» del maggio 1958.

«Spariti fra gli applausi della folla entusiasta i velocissimi reattori sono entrati in scena gli alianti del Centro Nazionale di Volo a Vela che in formazio­ne sono partiti al traino di tre L. 5 per riapparire dopo alcuni minuti ad alta quota. Effettuato lo sgancio i tre Canguro, pilotati da Scano, Piludu e Gianviti, questi ultimi dell’Aero Club di Roma, hanno dato una dimostrazione di elegan­za e precisione che ha suscitato ammirazione. E infatti la prima volta che una formazione di alianti presenta una così vasta gamma di evoluzioni. Con som­ma eleganza i docili Canguro hanno concluso la loro sorprendente esibizione con una specie di “bomba” seguita da eleganti manovre acrobatiche conclusesi con una riunione in esatta formazione a cuneo e sincrono atterraggio. Questa silenziosa esibizione che seguiva, come a mettere in maggiore evidenza il contrasto dei mezzi e dei fini fra i possenti aviogetti e gli alianti ha ottenuto il più vivo successo e meritati applausi hanno salutato i bravi piloti».

A metà degli anni ’60 la presidenza dell’AeC.Ri venne assunta dal reatino Florido Floridi, nota figura di sportivo e di imprenditore; sostenuto dall’allora Ministro per le Partecipazioni Statali On. Franco Maria Malfatti, dette avvio a un programma ambizioso che portò nel giro di pochi anni il Club ai primi posti a livello nazionale; contemporaneamente, per impiantare nel neonato Nucleo d’industrializzazione di Rieti-Cittaducale uno stabilimento aeronautico, aprì trattative con la SIAI Marchetti.

Questa Società si prefiggeva, con la creazione di una succursale a Rieti, obiettivi che, se raggiunti, avrebbero portato un contributo notevole allo sviluppo dell’economia reatina e dell’aeroporto di questa città. Il progetto è interamente esposto nella lettera che segue:

SIAI-MARCHETTI 

Direzione                                                            Sesto Calende 7 agosto 1969
Riservata-confidenziale

Egr. Sig. Cav. Florido Floridi Via Nuova, 171 – RIETI 

Egregio Cavaliere, 

come d’accordo le delineo, molto brevemente, le attività che la SIAI-Marchetti intende svolgere nella zona aeroportuale di Rieti possibil­mente sotto gli auspici della Cassa per il Mezzogiorno: 

Costituzione di una Società S.p.A. denominata “SIAI-SUD”. Il capitale iniziale di questa Società dovrebbe essere costituito da terreni e fabbricati nel­la zona aeroportuale (è evidente che l’area a cui si riferiva era quella che ospitava gli hangar e le officine aeronautiche della ex-O.R.L.A., in via di cessazione dell’attività, nda) ed eventualmente anche nella zona della Cassa per il Mezzogiorno (il Nucleo di Industrializzazione di Rieti-Cittaducale, sorto da poco tempo, ricadeva in zona Cassa, nda) e dal capitale circolante necessario per almeno un anno di attività. 

L’attività della SIAI-SUD dovrà essere duplice: 

1- acquistare dalla SIAI-Marchetti di Sesto Calende un certo numero dì velivoli (da 10 a 15) per noleggiarli ali’Aeroclub di Rieti, per scuola di volo Dopolavoro Al Italia ed altre attività di insegnamento al volo svolto in ambito nazionale. La SIAI-SUD provvedere, quindi, alla manutenzione, revisione e riparazione dei suddetti aeromobili con personale specializzato. 

Evidentemente, potendo avere facilitazioni ali’ acquisto di detti velivoli con finanziamenti a tasso agevolato e contributo eventualmente a fondo per­duto, il prezzo di noleggio all’Aeroclub di Rieti di detti velivoli potrebbe rag­giungere dei limiti piuttosto modesti. Tali cioè da indurre tutta la clientela gravitante sulla Capitale a ricorrere alla scuola di volo del predetto Aeroclub. 

Così operando, con una attività di carattere commerciale-industriale immediatamente eseguibile si verrebbe a creare, nella zona prescelta, un addestramento ed una preparazione tecnica nel non facile settore delle costruzioni aeronautiche. Con l’aiuto poi della Camera di Commercio e avendo la possi­bilità del banco prova dei 10-15 velivoli con continue operazioni di manuten­zione, montaggio e riparazione, si potranno formare maestranze specializzate indispensabili per passare alla seconda fase di attività prevista dalla Siai Marchetti di Sesto Calende. 

2 – Attività industriale vera e propria distinta nelle seguente fasi: 

a) montaggio, verniciatura e collaudo di velivoli ricevuti, a parti staccate, dal­la Siai Marchetti di Sesto Calende, 

b) attività indipendente di costruzioni di particolari staccati, assemblaggio e collaudo dei velivoli. 

Questa seconda fase che, ripetiamo, sarà condotta dopo la formazione professionale di operai, lattonieri, attrezzisti, verniciatori, tappezzieri, radio elettricisti, montatori, motoristi, prevede i seguenti impianti fissi: 

a) una aviorimessa per operazioni di montaggio che sarà utilizzata anche per lo sviluppo della fase 1 ; 

b) capannone per officina per la costruzione di particolari per le prime opera­zioni di assemblaggio; 

e) capannone di verniciatura con zona forno per operazioni di verniciatura e decorazioni; 

d) fabbricato per magazzino parti di ricambio; 

e) palazzina per uffici; 

f) una zona per prova motori. 

Si è stimato che la forza occorrente per l’espletamento di questa secon­da fase di attività industriale e per la produzione da 4 a 10 velivoli al mese dovrà essere di circa 80 operai considerati mano d’opera diretta e 25 tra controllori, magazzinieri e altro personale qualificato indiretto. 

Al momento attuale la Siai Marchetti di Sesto Calende sta affrontando diverse iniziative che, una volta condotte a termine, potranno essere trasferite in tutto o in parte, alla SIAI-SUD. 

1 – Elicottero SV. 20: bireattore a turbina capace di 12/14 posti con una velocità di crociera di circa 400 Km/h. 

È all’esame dell’I.M.I. la nostra domanda del 18 dicembre 1968 per un finanziamento di 3 miliardi e mezzo sui fondi stanziati per la ricerca scientifica applicata. 

A pag. 2 dell’allegato. N.3 alla domanda, era già previsto che nel caso di successo tecnico della iniziativa la nostra Società avrebbe visto con molto interesse la possibilità di trasferire l’attività industriale conseguente, in zona depressa sotto gli auspici della Cassa del Mezzogiorno. 

È anche facile prevedere che, nel caso di successo della ricerca, l’elicot­tero possa essere prodotto e venduto in un numero di almeno 25 unità all’anno per un valore complessivo di oltre 6 miliardi di lire. La maggior parte di tale fatturato potrebbe essere realizzato dalla SI AI-SUD. 

Le prime lavorazioni dovrebbero riguardare la costruzione delle struttu­re, dei carrelli, gli allestimenti interni, per proseguire con gli ingranaggi e l’applicazione delle turbine. 

2 – Velivolo Stol SM. 1019: il 26 luglio 1969 la Siai Marchetti ha presen­tato al Ministero della Difesa -Costarmaereo un’offerta per la fornitura al­l’Esercito Italiano, in un certo numero di esemplari, (da 50 a 200) di un velivo­lo “Stol” di recente realizzazione. 

Il velivolo, quanto a caratteristiche, corrisponde e va addirittura al di là
delle specifiche richieste dell’Esercito italiano. Il velivolo in concorrenza,
Macchi-Aerfer AM.3, non solo non risponde alle caratteristiche richieste ma
viene offerto ad un prezzo notevolmente superiore. Tuttavia pressioni politiche
che attualmente si stanno svolgendo fanno temere che la scelta ricada sul veli­
volo AM. 3 piuttosto che sul velivolo SM. 1019.

Nel caso, che il Ministero della Difesa trasmetta l’ordine per la fornitura dei velivoli alla Siai Marchetti, parte delle lavorazioni conseguenti saranno appoggiate e trasferite alla SI AI-SUD. 

Trattandosi inoltre di lavorazioni piuttosto semplici come prevalente la­voro di struttura è facile arguire che la produzione può essere più rapidamente avviata e trasferita che non nel caso dell’elicottero SV. 20. 

3 – Anche altre attività e lavorazioni attuali della Siai Marchetti Nord (velivoli S. 205 – bimotore S. 210) nell’eventualità di ordini da parte del Mini­stero della Difesa potranno essere trasferite alla SIAI SUD. 

E’ abbastanza probabile che tale circostanza possa verificarsi per il bimotore S. 210 qualora fosse utilizzato dal l’Aeronautica Militare in luogo degli antiquati C. 45. 

Spero in queste poche righe di essere stato abbastanza esauriente. In ogni caso conterei di essere a Rieti, con l’Ing. Bonutti, nella settimana dal 18 al 23 agosto 1969. 

La ringrazio infinitamente dell’attenzione e Le invio molti cordiali saluti.

SIAI MARCHETTI S.p.A. 

Il Direttore Amministrativo 

Dr. Nando Cucciniello

 

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II 15 ottobre,presso la Camera di Commercio di Rieti, il Presidente del Nucleo di Industrializzazione avv. Leonardi, il Presidente dell’AeC.Ri. cav. Floridi, i dirigenti della SIAI Marchetti, ing. Bonutti e dr. Cucciniello, il Presidente della Cassa di Risparmio di Rieti avv. de Sanctis, il Direttore dell’Ufficio del Lavoro dr. Nagar, il V. Presidente dell’AeC.Ri. l’arch. Velia e il Direttore del Nucleo di Industrializzazione dr. Puliti illustrarono alla stampa l’iniziativa che venne riportata con ampio risalto sulle pagine degli organi d’informazione locale. Il cronista de «II Messaggero» scrisse:

«RIPRENDE LA TRADIZIONE AEROINDUSTRIALE REATINA 

II Nucleo Industriale al “decollo” con l’arrivo della SI AI-Marchetti

Illustrati i programmi della società- Cento giovani a Sesto Calende per la qualificazione 

Le dichiarazione del ministro delle Partecipazioni Statali, On. Malfatti. 

img059È stato sulle ali della tradizione che il Nucleo Industriale Rieti-Cittaducale si è avviato al suo decollo; proprio mentre sui muri della città comparivano i manifesti relativi alla liquidazione del glorioso stabilimento Officine Reatine Lavorazioni Aeronautiche, che prima dell’ultimo conflitto era gloria e vanto della neonata provincia di Rieti, è stato dato l’annuncio ufficiale che la SIAIMarchetti Sud, fabbrica di aeroplani ed elicotteri, con un prestigioso nome carico di storia, aprirà un opificio nel Nucleo Industriale reatino.

Si tratta di un autentico ricorso storico che, come annunciato ieri brevemente, ha assunto corpo e fisionomia …».

Si tenga presente che, sul finire degli anni ’60, l’economia reatina trova­va nell’agricoltura il suo maggior punto di forza; delle poche industrie presenti sul territorio comunale alcune avevano carattere stagionale per cui l’insediamento di nuove realtà produttive era accolto con grandi aspettative. L’annuncio della venuta della SIAI Marchetti fu salutato con entusiasmo da quanti erano in attesa di un posto di lavoro, dai commerciati e dagli Amministratori locali che auspicavano con questa opportunità una spinta al decollo dell’economia reatina. Il Ministro delle Partecipazioni Statali, On. Franco Maria Malfatti, originario della Sabina e padre del Nucleo Industriale, inviò al presidente dell’AeC.Ri. e ai responsabili degli Enti locali il seguente telegramma: «Sono veramente lieto per l’iniziativa a Rieti della SIAI Marchetti Sud.img062

È una iniziativa che ho seguito dal primo momento, non appena ne parlò l’amico Floridi che non solo si è sin qui distinto per la passione che porta nel rilancio dell’Aero Club di Rieti, ma anche per suscitare nuove iniziative industriali, capaci di offrire lavoro ai nostri giovani. Mi auguro, in un breve volgere di tempo, di avere la possibilità di annunciare altre iniziative industriali, con ciò smentendo con i fatti coloro che, con troppa facilità, hanno detto a più riprese che il Nucleo Industriale era una iniziativa fallita».

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Tutto sembrava andare per il meglio; venne acquistato un terreno di 15.000 mq. sul quale doveva sorgere il nuovo stabilimento che si sarebbe aggiunto alle altre realtà produttive che via via si andavano insediando nel Nucleo; l’AeC.Ri., che era stato intitolato al progettista aeronautico reatino Celestino Rosatelli, ampliava la propria attività con gli aerei avuti dalla SIAI-Marchetti, offrendo servizi che interessavano quanti volevano brevettarsi o migliorare le proprie capacità di volo, tenendo corsi di cultura aeronautica per avviare i giovani alla pratica del volo e stipulando una convenzione con il Dopolavoro dei dipendenti dell’Alitalia alle seguenti condizioni: «…con 10.000 lire al mese potranno ottenere il brevetto di primo grado e con 20.000 lire al mese quello di secondo grado: queste le decisioni dei dirigenti il “dopolavoro” della compagnia nazionale per promuovere fra i dipendenti la diffusione del volo sportivo. La “scuola di volo” del dopolavoro Alitalia avrà sede sull’aeroporto di Rieti e sarà affidata ad istruttori dell’Aero Club locale, sotto la supervisione tecnica del 1 Comandante Corrado Scheiber, direttore tecnico della “sezione volo” del dopolavoro Alitalia, e il sig. Carlo Castagneris del “Centro Addestramento” della compagnia. I velivoli che saranno impiegati sono: Cesna F. 150 per il brevetto di primo grado e Siai 205/20R per il brevetto di secondo grado. La parte teorica del corso, per gli allievi della scuola di volo del dopolavoro Alitalia, sarà singolarmente svolta subito in volo: infatti gli allievi piloti per recarsi a Rieti avranno a disposizione velivoli che decolleranno dall’aeroporto di Ciampino; durante questi voli saranno svolte le lezioni di navigazione strumentale».

Su un depliant, stampato in occasione della manifestazione aerea svoltasi a Rieti il 13 settembre 1970, per il 50° anniversario del volo Roma-Tokio, sono riportate delle informazioni interessanti per avere un quadro della consistenza della flotta, delle ore volate, dei brevetti rilasciati e per conoscere l’organigramma del Club:

Presidente Florido Floridi,

V. Presidente Emanuele Velia,

Consiglieri: Benedetto Baroni, Luigi Cipriani, Wormes Morandi, Francesco Pace, Alberto Santini, Tommaso Agnello, Gino Ursicino.

Nell’attività di volo a motore si era passati dalle 29 h e 25′ del 1951 alle 422 h e 32′ del 1957, mentre al 31 agosto 1970 le ore volate erano già 2.743, ponendo l’Ae.C. Rosatelli al terzo posto nella graduatoria nazionale dopo Roma e Bologna; vi era stato anche un forte incremento nel numero dei brevetti di 1° e 11° grado conseguiti dagli allievi: n.14 nel 1952, n.77 al 31/8/1970.

La scuola di volo a motore era diretta da Emanuele Velia, il Capo pilota istruttore era Fulvio Zasa, Ugo Coggi e Alessandro Carocci istruttori; la flotta era composta da quattro SIAI-Marchetti S.205, da due Cessna 150 e da quattro Aviamilano P.19.

La scuola di Volo a Vela era diretta da Francesco Pace, Gilberto Volpi era l’istruttore, Ferdinando Verde e Fernando Gentile i trainatori; dal 1968, anno di costituzione della sezione Volo a Vela in seno all’AeC.Ri. al 31/8/1970 le ore volate erano state 2472 e i brevetti conseguiti n.142.

Il futuro si presentava roseo; l’insediamento della SIAI-SUD oltre a creare posti di lavoro avrebbe incrementato l’attività sull’aeroporto reatino di cui avrebbe beneficiato anche 1′‘AeC. Rosatelli ma, purtroppo, le cose non andarono nella direzione auspicata.

Il primo campanello d’allarme fu suonato dal giornalista reatino Tito Cheli sul periodico «ANTIAUTOsport»:

«L’OMBRA DEL CONTE AGUSTA SULLA SIAI-SUD

Rieti- Quale sarà il ruolo della SIAI-Sud, con sede nel nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, dopo il passaggio del 30% del pacchetto azionario della SIAI-Marchetti di Sesto Calende alla “Agusta Bell”?

Questa è la domanda che gli esperti ed i politici interessati -non tutti sanno della recente trasformazione azionaria avvenuta al vertice delle due note industrie aeronautiche italiane- si pongono con una certa frequenza, in attesa di avere dirette informazioni dai promotori dell’insediamento della società in questa sacca depressa del Mezzogiorno, dove, però, la passione per l’aeronautica è tra quelle cose che, gelosamente, si curano di più.

In effetti, l’insediamento vero e proprio non è avvenuto. L’acquisto del terreno, l’apertura di una pratica di finanziamento con la Cassa per il Mezzogiorno e il “prelievo” di circa 100 giovani studenti reatini diplomati dell’Istituto Professionale di Stato “E.Vanoni”, trasferiti a Sesto Calende, hanno lasciato supporre le intenzioni della società varesina di aprire una succursale nel Mez­zogiorno d’Italia».

Dopo aver ricordato il programma che la SIAI intendeva svolgere nello stabilimento reatino, l’articolista proseguiva:

«Con l’ingresso azionario del conte Augusta nella SIAI i programmi verranno rispettati? È chiaro che ogni trasformazione al vertice delle società azionarie porta, inevitabilmente, ad una revisione dei piani di produzione e dei programmi, specie quando ci si unisce con aziende dello stesso settore.

Comunque a Rieti, si è certi che il programma fissato verrà realizzato anche se con un po’ di ritardo rispetto ai tempi che si fissarono in occasione della visita ufficiale che il Ministro per le Partecipazioni Statali, on.le Franco M. Malfatti effettuò nella sua terra d’origine.

La SIAI-Marchetti è stata sollecitata ad aprire una sua succursale a Rieti dal presidente dell’Aero Club di Rieti, cav. uff. Florido Floridi a cui va il meri­to di aver completamente ristrutturato e riorganizzato l’Aero Club reatino, por­tandolo ad occupare uno dei primissimi posti della graduatoria nazionale. E l’installazione della SIAI-sud era il corollario di questa azione promossa per dare un impulso decisivo all’attività turistico-sportiva della Sabina. Maria Luisa Protto, presidente della SIAI-Marchetti e il conte Agusta cosa ne pensano della SIAI-sud?».

Cosa effettivamente ne pensassero si vide qualche tempo dopo; nonostante le assicurazioni date dalla dott. Luisa Rippa-Protti al Ministro Malfatti in occasione della sua visita all’aeroporto di Rieti, lo stabilimento non venne mai aperto con conseguenti contraccolpi sull’economia reatina .

All’AeC. Rosatelli, intanto, pur registrandosi i primi scricchiolii nella strut­tura societaria, continuavano le attività didattiche e di volo; sul finire del 1970 sulla rivista «Volo a Vela» venne pubblicizzato il programma delle attività volovelistiche per l’anno successivo che, articolato in corsi della durata di cir­ca 20 giorni a partire dal 10 marzo al 15 ottobre, prevedeva per coloro che superavano gli esami finali, il rilascio del brevetto C. L’organico della scuola di volo a vela era composto dal direttore Francesco Pace, dagli istruttori Ettore Muzi e Gilberto Volpi e dai trainatori Fulvio Zasa e Ferdinando Verde. La flotta era formata da tre alianti Canguro e da due trainatori Stinson L.5. II programma notificava inoltre che, a seguito del rinnovo delle cariche direttive, alla vice Presidenza era stato eletto il dott. Roberto Rinaldi e delegato al volo a vela il geom. Domenico Caminetti.

Anche la Sezione Aeromodellisti, costituitasi in seno al Club, era molto attiva; nel maggio 1971 organizzò la Prima Coppa Europa Aviomodelli, una gara internazionale per veleggiatori e motoveleggiatori radiocomandati, che portò al Ciuffelli numerosi appassionati di questa disciplina sportiva. L’attività del gruppo non si limitava all’organizzazione di gare sull’aeroporto reatino, ma anche a partecipare a competizioni nazionali e internazionali con discreto successo. Nel giugno 1974, divenuto Gruppo Aeromodellistico Falco, organizzò la 4a Coppa Europa Aviomodelli, gara internazionale per veleggiatori e motoveleggiatori radiocomandati F3B2; diresse la propria attenzione anche verso i giovani organizzando a metà degli anni ’80, nell’ambito dei Giochi della Gio­ventù, competizioni riservate ai ragazzi delle scuole medie i quali parteciparo­no con modelli costruiti in classe da loro stessi durante le ore di Applicazioni Tecniche.

Pur con periodi di inattività il Gruppo Falco continuò ad organizzare gare durante manifestazioni tenutesi sull’aeroporto di Rieti quali: 4 passi fra le nuvole (1986-1987 e 1989), Aerostave (1995); a quest’ultima manifestazione era abbinato anche il Giro Aereo dei Castelli Sabini. Nel 1997 sono state organizzate una gara di aeromodelli d’epoca e una riservata ai veleggiatori radiocomandati.

Un’altra specialità del volo prese corpo a Rieti il 1 novembre 1971 per volontà di una ventina di persone che fondarono la Sezione Paracadutisti, con un atto formale inviato alla Presidenza Nazionale dell’A.N.P.D.I. per il riconoscimento ufficiale. Il 23 gennaio dell’anno successivo, presso il Centro Nazionale di Volo a Vela, si tenne la prima assemblea dei soci fondatori che per acclamazione elessero alla presidenza il ten. dei paracadutisti in congedo Luigi Caiazza, promotore della costituzione della Sezione Paracadutisti, mentre entrarono a far parte del Consiglio i paracadutisti in congedo Claudio Allegretti, Giuseppe Pierluigi, Mario Rinaldi, Benito Vivian, Addano Acchioni, Gianfranco Persi e Lorenzo Arbuatti. A dare ufficialità alla costituzione della sezione, fu la presenza del col. Signorini, comandante l’aeroporto di Rieti, e Arcangelo Torricelli consigliere nazionale per la sesta zona dell’ANPDI.

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«All’assemblea hanno partecipato ex paracadutisti reatini della gloriosa Folgore e della Nembo i quali hanno così trovato occasione di rinverdire ardimentosi ricordi e fatti d’arme che, insieme ai loro commilitoni, li hanno distinti tra tutti i combattenti dell’ultimo conflitto. […] La sede della sezione è stata fissata in via provvisoria presso i locali del Centro Nazionale di Volo a Vela messi a disposizione dal magg. Rovesti». L’attività addestrativa era aperta sia agli ex paracadutisti militari che ai giovani allievi, «…di sana e robusta costituzione purché avessero compiuto i 18 anni e fossero riconosciuti idonei…».

Al brigadiere del Corpo Forestale e istruttore paracadutista Benito Vivian venne affidato l’incarico di seguire la preparazione tecnica e attitudinale di quanti avrebbero eseguito lanci.

Ma all’interno dell’AeC. Rosatelli i contrasti e le denuncie di cattiva gestione amministrativa cominciarono a far traballare paurosamente il sodali­zio tanto che nel 1974, a seguito di una gestione finanziaria non molto corretta, dalla mancata erogazione di contributi da parte di Enti, dagli incidenti mortali con distruzione di mezzi e dalla ridotta attività volativa, venne dichiarato il fallimento del Club che fu costretto così a chiudere i battenti.

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L’anno successivo un gruppo di amanti del volo, capitanati dall’istrutto­re Gilberto Volpi, sottoscritto un atto davanti al notaio Giovanni Filippi, costituirono l’Associazione Aeronautica Reatina, alla quale venne dato il riconoscimento della qualifica di Aero Club federato all’AeC.I. a decorrere dal 24 novembre 1976. Al risorto Club venne dato il nome di Aero Club della Sabina (d’ora in avanti AeC.Sabina); inizialmente la presidenza venne affidata a Dino Mele, già presidente della squadra di calcio di Rieti; in seguito la presidenza passò a Francesco Tomassetti, noto imprenditore reatino che rimise in moto il Club con l’acquisto di due Partenavia usati.

Nel 1977 una crisi economica e organizzativa portò alla sospensione dell’attività; i soci, per uscire da questa situazione di stallo e rilanciare l’AeC., affidarono la presidenza al prof. Francesco Pace che all’interno del sodalizio aveva già dato prova di dinamismo e di capacità organizzative. Nella relazione da lui scritta sul primo decennio di attività dell’AeC. Sabina (1977-1987), pub­blicata su «Volo a Vela», n.182 del 1987, ripercorre le tappe principali della rinascita del Club; si riportano i passi più salienti:

«…con tale situazione un piccolo gruppo di soci mi convinse a collaborare in un’opera che si rivelò per il nuovo Consiglio alquanto gravosa sia per la riorganizzazione che per la necessità di procurarsi i mezzi tecnici e finanziari. Nel 1978 fu acquistato un velivolo similare all’unico esistente e nello stesso anno si ottenne la licenza per gestire la scuola di volo a motore.

All’inizio del 1979 si ebbe un nuovo aeromobile scuola in leasing dall’Ae.C.I. e un secondo alla fine dello stesso anno quando si conseguirono anche i primi dodici brevetti di primo grado.

Nel 1980 fu effettuato un corso di volo a vela con la collaborazione dell’Ae.C di Foligno; si brevettarono dodici volovelisti e si acquistò un primo aliante.

Nel 1981 si acquistò un secondo aliante e con il contributo fondamentale dell’Amministrazione Provinciale di Rieti si ottenne dall’Ae.C.1. in leasing un aeroplano per il traino degli alianti. Ciò consentì l’istituzione della scuola di volo a vela.

Nel 1982 si ebbe la prima sessione d’esami per volovelisti.

Un altro aspetto della gestione riguarda le infrastrutture. Nel 1978 fu acquistato dalla procedura di liquidazione del precedente sodalizio il prefabbricato destinato a officina e sala briefing, nel 1979 fu acquistata una tettoia la cui copertura era stata portata via dal nubifragio del 1974; nel 1980 la tettoia fu trasformata in hangar; nel 1986 un fatiscente manufatto, installato durante la guerra, è stato demolito e sostituito da un nuovo hangar…».

Il sodalizio, che nel 1985 aveva riassunto la denominazione di Aero Club di Rieti, marciava a pieno ritmo; Riccardo Filippi, nell’articolo «RIETI: …4 passi fra le nuvole», pubblicato sul n. 182/1987 della rivista «Volo a Vela», scrisse con malcelato orgoglio: «…per quanto riguarda il volo a vela siamo passati da 565 a 784 ore; se ricordo ancora un po’ di matematica, circa il 38% in più. E’ prevedibile che con la presenza del motoaliante Dimona e con il reinserimento in linea di un “M. 100” alla fine dell’anno questo incremento percentuale sia destinato ad accrescersi in maniera sostanziale.

Per quanto riguarda il volo a motore siamo passati da 317 a 565 ore (+78%), senza considerare le ore di traino.

Con l’inserimento in attività dei nuovi brevettati prevediamo di poter organizzare un altro corso di secondo periodo diretto dall’instancabile Aldini che contiamo di non lasciare solo dietro la cattedra.

Infatti stiamo programmando degli incontri su argomenti specifici gestiti da “docenti” di sicuro valore.

Delle dispense sono state curate dal nostro pluridiamantato Demetrio Salvo a proposito di atterraggi fuori campo, che sono state molto utili (se non altro rassicuranti!) a chi, come il sottoscritto, ha cominciato ad allontanarsi un po’ dal catino della Valle Santa…».

Ma, come dice il proverbio, non è tutto oro quello che riluce poiché Giuseppe Girardi, rappresentante dei paracadutisti in seno al Consiglio Direttivo dell’AeC.Ri., abbandonava tale organismo per dissensi, ma ufficialmente ven­ne dichiarato decaduto per mancanza di rinnovo della quota sociale. I motivi d’attrito fra l’AeC.Ri. e il gruppo paracadutisti erano molto più profondi come si evince dal verbale dell’Assemblea dei soci del 18/5/1986: «…vista l’impossibilità di organizzare razionalmente il gruppo di paracadutismo, l’assemblea delibera di non procedere alla sostituzione del rappresentante di specialità an­che perché l’attività di paracadutismo è esercitata dall’A.N.P.D.I. e non dall’Aero Club di Rieti…».

A nulla valse l’intervento di Midei Angelo all’Assemblea del 7/12/1986, nel corso della quale espose il problema dei paracadutisti e chiese chiarimenti per il futuro; i chiarimenti gli vennero dati dal Presidente Francesco Pace il quale ricordò che «…il Consiglio Direttivo aveva concesso all’A.N.P.D.I. la facilitazione di far svolgere la sua attività sotto l’egida dell’AeC.Ri. In seguito a vari eventi negativi nella riunione del 5/7/1986 la deliberazione di rescindere la facilitazione. Ciò anche perché l’AeC.I. ha presentato un ricorso al T.A.R. per far annullare un provvedimento che riconosce all’A.N.P.D.I. lo svolgimen­to di una attività riservata all’AeC.I.; pertanto i paracadutisti potranno svolgere l’attività come A.N.P.D.I.

Il Consiglio si è riservato di ripristinare l’attività di paracadutismo quan­do esisteranno le condizioni per svolgerla sotto l’egida esclusiva dell’AeC.Ri…».

Alla frattura fra AeC.Ri e sezione paracadutisti, se ne aggiunsero ben presto altre: la sospensione dall’attività di volo di alcuni soci nel 1988, l’anno dopo, le pesanti azioni disciplinari nei confronti dei soci Sabetta e De Angelis nel 1989, fecero aumentare lo scontento covato nei confronti del Presidente, scontento che prese corpo nella seduta del Consiglio Direttivo, del 11/10/1989, con la richiesta formale al prof. Pace di dimettersi. Egli non accolse l’invito chiedendo ragione di tale proposta che venne così giustificata: «…i Consiglieri partecipanti al precedente Consiglio riferiscono che le dimissioni sono state richieste perché la gestione della vicenda De Angelis era trascesa da livello ufficiale a livello personale, causando anch’essa grave danno alla gestione dell’AeC.Ri.».

Pace non si dimise anzi l’anno dopo, propose la radiazione del socio Osvaldo Sabetta e l’apertura di un nuovo procedimento disciplinare nei confronti di Bernardino De Angelis; entrambe le proposte vennero respinte a maggioranza mentre aumentarono i contrasti nei suoi confronti per il modo personalistico con cui gestiva il Club.

L’occasione per lo scontro frontale si ebbe nel corso della discussione del bilancio del 1990 quando gli venne contestata una serie di irregolarità sul piano amministrativo e tecnico-gestionale; contestazioni che di fatto aprirono la crisi che portò l’AeC.I a nominare, nel gennaio 1991, Commissario Straordi­nario il Col. dell’A.M. Giampaolo Chiappini. Questi, nel novembre di quell’an­no, al termine di approfonditi accertamenti, notificava a Francesco Pace il provvedimento di radiazione da socio dell’AeC.Ri inviando copia del deliberato all’AeC.I.

Pace ricorse al Collegio dei Probiviri che, il 31 gennaio 1992, sospese l’esame del ricorso e inviò gli atti alla Procura della Repubblica di Rieti e alla Dirczione Generale dell’Aviazione Civile. Tre anni dopo, a seguito di una sentenza assolutoria emessa dal Tribunale, il prof. Pace si appellò al Collegio dei Probiviri i quali, nella seduta del 28.4.1995, presero la seguente decisione: «…la sanzione infìitta deve considerarsi eccessiva, tenuto conto dei meriti da riconoscersi alla gestione del Club da parte di Pace: tra i quali la chiusura dei bilanci con attivi anche notevoli. Concludendo, il Collegio dei Probiviri dell’Aero Club d’Italia revoca il provvedimento disciplinare erogato dal Commissario dell’Aero Club di Rieti…».

All’AeC.Ri, intanto, il 19 gennaio 1992 il Commissario aveva riunito i soci per procedere alla elezione dei nuovi organi direttivi; al termine dello scru­tinio dei voti risultarono eletti:

Presidente avv. Maria Giuseppina Truini,

Consiglieri Claudio Matteo Mancini, Fabio Battisti, Enrico Cipriani, Giorgio Gatti e Francesco Napoleoni.

Rappresentanti di Specialità: Volo a Motore Osvaldo Sabetta; Volo a Vela Luigi Aldini; Paracadutismo Vincenzo Alaimo; Aeromodellismo Alesandro Papiri.

Collegio dei Revisori dei Conti: Alvise Pitoni, Carlo Crociani e Bernardino De Angelis.

Ma già l’anno dopo l’avv. Truini presentava le dimissioni da presidente e al suo posto venniva eletto Claudio Mancini la cui presidenza fu ben presto caratterizzata da una serie di controversie, alcune delle quali, sotto forma di denuncie, finirono in Tribunale, mentre sul piano finanziario le richieste di risarcimento avanzate da due dipendenti che erano stati licenziati, portarono al pignoramento dei velivoli.

La notizia venne ripresa e amplificata dai quotidiani locali uno dei quali scriveva:

«Pignorata dall’ufficiale giudiziario l’intera dotazione di velivoli dell’ente. Ci sono alianti e mezzi a motori da traino.

AERO CLUB, LA FLOTTA RESTA A TERRA

II sequestro disposto dal Pretore a favore degli istruttori Volpi e Spoletini.

Resta nell’hangar anche l’aereo utilizzato dai volontari della Protezione Civile dell’associazione “Rieti ’93”. Il valore dei beni sfiora il miliardo di lire» (II Messaggero, 27/7/1995)

II presidente del Club ricorse contro il provvedimento del Pretore ritenendo eccessivo l’atto in quanto la provvisionale riconosciuta ai due ex dipendenti superava di poco i 100 milioni.

Le varie controversie non fermarono l’attività del Club che nell’aprile 1995 organizzò Aerostave’95; una manifestazione articolata in tre giornate che prevedeva una Mostra Mercato Aeronautica e il 3° Giro Aereo dei Castelli Sa­bini; alla mostra mercato vennero esposti aerei, alianti, materiale per paracadu­tisti, aeromodelli, parapendii, paramotori, ultraleggeri a motore, aerei autoco­struiti, deltaplani, elicotteri e mongolfiere.

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In quel periodo in città si era aperto un grosso dibattito sull’annunciata chiusura delle strutture dell’Aeronautica Militare presenti sull’aeroporto di Rieti; all’interno di Aerostave ’95 venne organizzata una tavola rotonda sul tema Aeroporto di Rieti: quale futuro? alla quale parteciparono i politici locali che non si fecero sfuggire l’occasione di polemizzare fra loro e di accampare primogeniture su ipotesi di utilizzo delle strutture militari. Coloro che rimasero con i piedi ben saldi per terra e con proposte fattibili per un recupero dell’area, furono il Presidente dell’AeC.I avv. Mario Testa, il Presidente dell’AeC.Ri Claudio Mancini e quello dell’Aero Club Centrale di Volo a Vela (d’ora in avanti AeCCVV) ing. Piero Pugnetti. Le loro proposte furono sintetizzate da Ottorino Pasquetti, cronista del periodico Frontiera, che nel numero del 1 maggio 1995 così titolò il suo articolo:

«Le soluzioni del Convegno sul futuro dell’aeroporto in attesa di chiude­re. Progettata una scuola europea di Volo a Vela. Ma c’è chi vuole resistere alle decisioni della Difesa.

Vendere il cielo come Riccione il mare».

Quanti volevano resistere alle decisioni assunte dall’allora Ministro del­la Difesa, gen. Corcione, ben presto deposero le armi, mentre resta ancora in piedi l’ipotesi formulata dagli Aeroclub reatini.

Nell’ottobre 1996 il Presidente del CONI provinciale prof. Alberto Bianchetti, in collaborazione con l’Assessore allo Sport del Comune di Rieti Marzio Leoncini e con il Provveditore agli Studi, lanciarono il progetto Cultura Aeronautica che aveva «…come obiettivo primario quello di centrare la promozione di una disciplina sportiva importante come quella del volo nel mondo giovanile…». La proposta era diretta agli studenti reatini degli Istituti Superiori in età compresa tra 18 e 20 anni. Numerose le adesioni all’iniziativa; gli stages vennero tenuti da istruttori dell’AeC.Ri e dell’AeCCVV e sia Bianchetti che Leoncini tennero a sottolineare che l’iniziativa era finalizzata ad un ulteriore lancio turistico del territorio reatino e al rafforzamento di tutte le strutture già esistenti che supportavano l’Aeroclub di Rieti, l’Aeroclub Centrale e la Scuola di Deltaplano.

Sull’aeroporto reatino, intanto, fra le varie iniziative si registrava la nascita della Società di Aerotaxi Alisabina, con l’intento di collegare il Ciuffelli con gli altri aeroporti italiani. La presidenza della società venne assunta da Claudio Mancini il quale ritenne doveroso di dimettersi dalla presidenza dell’AeC.Ri proponendo a tale carica il dott. Fabio Saverio Franceschini, votato all’unanimità dall’assemblea dei soci, del marzo 1997. Attualmente Alisabina ha attivato una linea Ciampino-Algeria e effettua voli di propaganda.

Il Presidente giovane ed appassionato, così definito dall’articolista de IL Tempo, ha impresso un’accelerazione all’attività del Club puntando, come da lui stesso annunciato nel discorso di accettazione della carica, allo sviluppo del volo a vela, dell’ultraleggero e del volo a motore. Per realizzare il tutto si avvale dell’aiuto prezioso dell’intero Consiglio composto da: V. Presidente Fabio Bat­tisti; Consiglieri: Furio Acasbo, Giovanni Cremese, Giorgio Gatti, Francesco Napoleoni e Alberto Bianchetti (Presidente Provinciale del CONI, membro di diritto); Rappresentanti dì Specialità: Luigi Aldini Volo a Vela, Giovanni Di Berardino Volo a Motore, Alessio Papiri Aeromodellismo, Giancarlo Di Vitto­rio VDS; Revisori dei Conti: Alvise Pitoni Presidente, Sandro Morelli e Berardino De Angelis e con la fattiva collaborazione dei dipendenti M. Grazia Nobili, Antonella Domenici della segreteria, dello specialista Paolo Figorilli, degli istruttori e dei trainatori.

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Sotto la Presidenza di Franceschini la Scuola di volo a vela fu affidata al prof. Alberto Bianchetti che la fece crescere notevolmente ed insieme a quella a motore il numero dei brevettati Sali vertigionosamente. Negli anni che seguirono Franceschini lasciò per motivi personali la Presidenza e fu eletto all’unanimità Antonio D’Angeli. Sotto la sua guida, in seguito alla riforma dello statuto dell’AeCI venne riformulato ed approvato anche lo Statuto dell’AeC.Ri e confermato presidente. La crisi incalzante, la burocrazia sempre più oppressiva hanno segnato gli ultimi anni da un accentuato decremento dell’attività di volo nonostante gli sforzi immani di tutti gli istruttori di volo a vela capitanata da Alberto Bianchetti mentre  per i costi divenuti ormai insostenibili la scuola a motore venne abbandonata.

BIANCHETTIIl 5 agosto del 2006, durante un volo di distanza il Prof. Alberto Bianchetti perde la vita in un incidente in località Pescasseroli (AQ) a bordo del suo aliante SHK. La notizia lascia sgomenta l’intera città e comunità volovelistica. I funerali vennero tenuti in un hangar dell’aeroporto gremito di folla. Il Presidente D’Angeli con il Consiglio direttivo ed i soci tutti decisero di intitolare l’AeC.Ri ad Alberto Bianchetti. La direzione della scuola di volo venne affidata a Stefano Bianchetti, pilota militare, istruttore ed esaminatore di volo, figlio di Alberto Bianchetti che nell’aprile 2006, scaduti i due mandati di D’Angeli, è stato eletto Presidente all’unanimità. Sotto la sua guida in questi ultimo anno e mezzo l’AeC.Ri raddoppia l’attività di volo, come mai si era volato negli ultimi quindici anni grazie soprattutto alla passione e alla ritrovata motivazione di tutti gli istruttori. Viene riattivata la scuola di volo a motore con i primi allievi. La scuola di volo a vela si afferma come una tra le migliore e proficue in Italia, tant’è che ad oggi è la sola autorizzata da ENAC a svolgere seminari di aggiornamento per istruttori e ad organizzare corsi per il Conseguimento dell’Abilitazione di Istruttore di Aliante.

 

Dal Libro: “Volando oltre le cime” di Nicola Ravaioli